Pitture parietali e boiseries
Dato lo stato di avanzamento dei lavori, all’inizio del 1580 si cominciò a pensare alle decorazioni parietali. Hans Spineider di Merano, il falegname più apprezzato del Tirolo meridionale, fu chiamato a Velturno dal principe vescovo per studiare la situazione e sottoscrivere il contratto per la realizzazione delle boiseries. I legni utilizzati provenivano dalle foreste di Luson, Varna e dalla Val Gardena. Entro la fine del 1580 Spineider completò le boiseries del primo piano. Il tornitore Georg Oberwanger realizzò delle rosette per il soffitto a cassettoni della sala che furono successivamente dorate da Georg Trabl. L’artigiano Wolf posò il pavimento in listelli di legno. L’apertura dei due oculi per illuminare il vano scale fu richiesta personalmente dal principe vescovo Spaur.
Dalle fonti disponibili si possono desumere i nomi dei numerosi artigiani che parteciparono alla costruzione. Il fabbro brissinese Oswald Giggenberger realizzò le inferriate delle finestre al pian terreno, il falegname Nikolaus Topf costruì invece le finestre incorporate nei muri e i telai delle porte, l’artigiano Wolf di Velturno montò il ponteggio di legno e si preoccupò di far arrivare il legno da costruzione. Il lattoniere Hans Zendl di Bressanone si occupò delle due sfere di rame con le bandierine per decorare il tetto, mentre la decorazione pittorica fu affidata a David Solbach.
L’emblema in marmo sulla porta che si affaccia sul cortile interno, con il simbolo araldico del principe vescovo Spaur, fu realizzato a Trento.
Nel 1580 David Solbach dipinse due meridiane e lo stemma del committente sulla facciata intonacata e dipinta. Delle meridiane oggi solo quella sulla facciata sud è ancora ben visibile, mentre quella sul lato est è notevolmente sbiadita. Il maestro Albrecht decorò le facciate con motivi in ferro battuto attorno alle cornici delle finestre. Per le 175 finestre del palazzo, Spaur ordinò 150 tondi in vetro da Augusta; come intermediaria entrò in scena una parente del principe vescovo, la baronessa Veronika von Spaur, nata Fugger, mentre il trasporto da Augusta a Innsbruck fu affidato all’imprenditore di Vipiteno Michael Geizkofler. I nomi dei vetrai si possono evincere dai lavori eseguiti al secondo piano, che videro Stefan Pfeifer e Sebastian Atteler impegnati nell’applicazione dei tondi.
Michael Prugger di Bressanone costruì due stufe in maiolica per il primo piano collocate una nella stube piccola e una in quella grande. Anche i nomi dei fabbri sono noti: Gregor Schinnagl realizzò le grate di ferro, mentre Gallus Erschbaumer le bandelle di ferro delle porte e delle cassette da parete. Il legno di cirmolo utilizzato per la boiserie fu ricavato dalle foreste di Scaleres, mentre quello di olivo a Rovereto, il legno venato fu acquistato ad Augusta per 160 fiorini, il legno di ciliegio e di noce a Snodres e quello di abete a Luson. Al secondo piano furono impiegati anche il legno di tiglio e di pero.
Resta ancora dubbia la forma della copertura originaria. Nel 1980 l’edificio fu ricoperto con scandole di larice che enfatizzano il carattere rurale della struttura.
La decorazione pittorica delle stanze del primo piano fu eseguita tra il 1582 e il 1583 da Michele e Orazio da Brescia, collaboratori di Pietro Maria Bagnatore (1548–1625 circa). Per le pitture del piano nobile, il principe vescovo incaricò lo stesso Bagnatore tra il 1583 e il 1584. Questi, in seguito, lavorò anche a Trento dove dipinse la cappella di Palazzo Fugger su incarico di Georg Fugger e della consorte Helena von Madrutz, sorella del principe vescovo di Trento Carl Gaudenz. La pala d’altare per la cappella raffigurante l’uccisione dei martiri della Val di Non è andata perduta.
Le rosette sui soffitti a cassettoni del secondo piano furono intagliate principalmente da Thomas Parth, figlio dell’intagliatore Michael Parth di Brunico, che si occupò anche della doratura delle rosette tornite da Oberwanger. Seguendo in parte i disegni dei pittori Solbach e Bagnatore, i falegnami Spineider e Hans Rumpfer lavorarono alla boiserie e ai battenti della porta della Stanza del Principe, facendosi affiancare da numerosi aiutanti e apprendisti. I sopraporte furono apposti solo dopo che furono eseguite le pitture parietali. Il basamento della stufa con i quattro leoni seduti in marmo rosso, posta nella Stanza del Principe, fu realizzato dallo scalpellino Jakob del Gallo da Cles in Val di Non, le formelle invece dal fumista di Bolzano Paul Pidensdorfer. Gli stemmi furono eseguiti secondo i modelli di Georg Trabl che si occupò anche dei decori pittorici blu.